16 luglio 2020
Comunione o separazione dei beni: vantaggi e svantaggi dei due regimi patrimoniali
La location, il vestito, la torta: quando ci si sposa spesso queste sono le prime cose a cui si pensa. In realtà, però, ce n’è un’altra che forse è anche più importante: la scelta del regime patrimoniale.
Meglio separazione o comunione dei beni?
Sicuramente non esiste una soluzione che va bene a priori perché occorre valutare diversi aspetti del patrimonio personale dei coniugi.
Cerchiamo di capire insieme la differenza tra comunione e separazione dei beni e cosa comporta ciascuna scelta.
Quando si decide la comunione o separazione dei beni?
Secondo quanto stabilito dagli articoli 143 e 147 del Codice Civile, che regolano il matrimonio civile:
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale [146], alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale [146], alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
La legge consente quindi agli sposi di scegliere tra comunione o divisione dei beni, il regime che meglio permette loro di adempire ai doveri sopra descritti.
Questa scelta, di solito, è effettuata al momento del matrimonio, sia esso di natura civile o religiosa. Al termine della cerimonia, sarà l’ufficiale di stato civile o il sacerdote ad annotare la decisione sull’atto di matrimonio.
Se gli sposi non espliciteranno alcuna scelta, entrano automaticamente nel regime di comunione dei beni, come stabilito dalla legge del 20 settembre 1975 (in questo caso si parla anche «comunione legale» perché scatta per legge senza bisogno di apposite dichiarazioni o atti).
La scelta del regime patrimoniale potrà comunque essere modificata con atto pubblico di fronte ad un notaio in qualsiasi momento della vita matrimoniale.
I regimi patrimoniali familiari: cosa prevedono la comunione e la separazione dei beni?
Le scelta a disposizione di una famiglia sono:
- separazione dei beni: ciascuno dei coniugi dispone della proprietà esclusiva dei beni acquistati sia prima che dopo il matrimonio. Questo regime permette quindi di intestare i beni acquistati in seguito al matrimonio:
- ad uno solo dei coniugi
- ad entrambi ma in quote diverse
- ad entrambi ma in quote uguali
- comunione legale dei beni: tutti i beni acquistati dopo le nozze sono di proprietà di entrambi i coniugi, compresi i debiti. In questo caso i beni acquistati in seguito al matrimonio sono cointestati e questo ha dei risvolti importanti sul piano della gestione patrimoniale, sia qualora il matrimonio dovesse finire, sia durante lo stesso.
- comunione convenzionale o altri regimi: sono forme di gestione patrimoniale che permettono l’adozione di un regime che, pur avendo come base le regole della comunione legale dei beni, ne deroga però alcuni aspetti.
Comunione o separazione dei beni: pro e contro
SEPARAZIONE DEI BENI
Con questo regime, ognuno dei due coniugi è libero di gestire liberamente il proprio patrimonio salvo l’obbligo, stabilito per legge, di contribuire al mantenimento della famiglia in proporzione alle proprie capacità economiche.
VANTAGGI | SVANTAGGI | QUANDO CONVIENE |
• Il patrimonio familiare può essere gestito in maniera più rapida e in autonomia • Non c’è bisogno della doppia firma; le pratiche burocratiche sono quindi più snelle e veloci • Eventuali creditori di una delle due parti non possono attaccare l’altra • In caso di separazione/divorzio non c’è bisogno di dividere i beni | A livello strettamente “tecnico” non ci sono svantaggi significativi nella scelta di questo regime. Solo a livello “di forma”, la separazione dei beni potrebbe mostrare una scarsa fiducia nelle sorti del matrimonio. | • Situazione patrimoniale molto differente tra i coniugi • Una situazione lavorativa dei coniuge che porti a rischi professionali • Una resistenza familiare di i origine che presenta resistenze alla comunione |
COMUNIONE DEI BENI
Nella comunione dei beni i coniugi sono titolari entrambi al 100% di tutti i beni acquistati durante il matrimonio e ne posso quindi disporre integralmente.
La comunione può essere:
- Immediata: per i beni che entrano in comunione con l’acquisto
- Residuale: per i beni che restano non consumati quando si scioglie la comunione
È comunque importante sottolineare che la comunione dei beni non è retroattiva. Ne deriva che tutti i beni acquistati da uno dei coniugi prima del matrimonio rimane comunque di sua proprietà, (anche se tutta la famiglia ha poi diritto a goderne l’utilizzo).
Per evitare che il bene acquistato finisca in comunione si deve:
- Far partecipare all’atto il coniuge non intestatario che deve dichiarare di essere escluso dalla proprietà del bene
- Il coniuge acquirente deve dichiarare che l’acquisto è strettamente personale
La destinazione dei beni pre e post matrimonio nel regime di comunione dei beni
Comunione dei beni: come cambia la gestione dell’azienda
AZIENDA COSTITUITA PRIMA DEL MATRIMONIO | AZIENDA COSTITUITA DOPO IL MATRIMONIO | |
Gestita da un coniuge | Rimane nel patrimonio del coniuge | Ricade nella comunione |
Gestita da entrambi i coniugi | I beni sono di proprietà esclusiva del coniuge, vanno in comunione solo gli utili e gli incrementi di valore | Tutta l’azienda entra nella comunione |
Amministrazione dei beni in comunione
La legge distingue in:
- Ordinaria amministrazione: gestione quotidiana necessaria alla conservazione o recupero del bene
- Straordinaria amministrazione: atti che esulano dalla quotidianità (vendita immobile)
Gli atti di compravendita di beni immobili o mobili registrati non effettuati con il consenso di entrambi i coniugi possono essere annullati dal coniuge escluso.
Quando si può sciogliere la comunione dei beni?
La comunione dei beni si può sciogliere per volontà dei coniugi o per eventi esterni (come la liquidazione giudiziale di uno dei due coniugi).
Le principali cause di scioglimento sono:
- Separazione dei coniugi
- Divorzio, annullamento o nullità del matrimonio
- Richiesta giudiziale di separazione dei beni
- Morte di uno dei coniugi
- Liquidazione giudiziale
- Dichiarazione di assenza o morte presunta
Con lo scioglimento si procede alla divisione dei beni comuni inderogabilmente in parti uguali. Cadranno in comunione i beni non consumati da uno dei due coniugi come comunione residuale.
Debiti contratti prima del matrimonio: cosa avviene in caso di comunione dei beni?
Comunione o separazione dei beni: la dichiarazione dei redditi
Nel caso di comunione dei beni, il reddito che deriva da un bene acquisito è attribuito per metà a ciascuno dei due coniugi. Soltanto nel caso in cui vi sia un coniuge “fiscalmente a carico” dell’altro, sarà questo a dover dichiarare tutto il reddito derivante dal bene oggetto di comunione.
Secondo quanto stabilito dall’art. 162 c.c., infatti:
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
I redditi dei beni che formano oggetto della comunione legale sono imputati a ciascuno dei coniugi: per metà del loro ammontare netto, oppure per la diversa quota stabilita a seguito di stipula di apposita convenzione matrimoniale, c.d. comunione convenzionale (art. 162 c.c.).
Nel caso di separazione dei beni ciascuno presenterà la propria dichiarazione a meno che non si decida di procedere con la presentazione del modello 730 congiunto. In questo caso, i coniugi possono presentare la dichiarazione 730 in forma congiunta, indicando nei relativi campi il proprio domicilio fiscale. Dal punto di vista fiscale, l’eventuale addizionale comunale IRPEF dovuta sarà normalmente calcolata e trattenuta con le ordinarie regole.
Comunione o separazione dei beni: dove si vede?
Per sapere se si è sposati in comunione o separazione dei beni basta semplicemente richiedere un estratto dell’atto di matrimonio al comune in cui il matrimonio è avvenuto.Se sull’atto risulta indicato «nessuna annotazione» significa che sei sposato in regime di comunione legale dei beni. L’atto riporterà anche eventuali cambiamenti avvenuti successivamente davanti ad un notaio.
Considerando che, come spiegato sopra, dal 20 settembre 1975 in poi chi vuole optare per tale regime patrimoniale deve farlo con un atto espresso davanti al notaio, non è possibile trovarsi in regime di separazione dei beni senza saperlo.
C’è solo un’eccezione: se la modifica del regime patrimoniale è avvenuta dal 20 settembre 1975 al 16 gennaio 1976. In questo arco di tempo, infatti, il regime di separazione dei beni poteva essere scelto anche con atto unilaterale e quindi senza il consenso dell’altro coniuge, anche se il matrimonio era già “attivo”.