Nessuno ama davvero il Canone RAI considerando l’intera cittadinanza, ma questo non ha fermato lo Stato Italiano nel continuare a proporre quella che è una tassa ciclica, che viene considerata obbligatoria per gran parte della popolazione anno per anno. Il prezzo è una delle cause di maggior dissidi in senso assoluto, ed è disposto nuovamente a cambiare.
L’imposta legata alla televisione infatti viene detestata “a priori” ma sono naturalmente i cambi che prevedono un cambio dell’importo generale a dar maggiormente fastidio: la formula infatti è cambiata più volte ma l’obbligatorietà permane e resta sempre un fattore, subito dopo il costo che da diversi anni viene calcolato sotto base rateizzata.
Quanto pagheremo, anzi quanto paghiamo per questo 2025? E quanto pagheremo in futuro? Si è detto tantissimo in merito al Canone RAI, che ha portato alcuni dissidi interni nei confronti della stessa maggioranza di governo, elemento che evidenzia in parte quanto è presente nel tessuto sociale una imposta così difficile da “eliminare”.
Presenza della tassa televisiva
Perchè il Canone RAI, quello televisivo, è così presente nella vita degli italiani? A “dar fastidio” non è sicuramente o primariamente l’importo da pagare, che comunque è cambiato nel corso degli anni, quanto la sua presenza costante, che è iniziata ben prima della diffusione capillare della Televisione nelle case degli italiani.
Infatti la tariffazione televisiva deriva da quelle delle radio, concepita addirittura nell seconda metà degli anni 30, ed è basata quindi non sull’utilizzo dello strumento, in questo caso la TV ma sulla semplice presenza dell’elettrodomestico in casa, quindi presso il domicilio. Per ricevere l’obbligo del Canone Rai infatti basta avere una televisione in casa.
L’obbligatorietà non “scatta” se invece questa non è presente, quindi non siamo tenuti a pagare se usufruiamo dei canali televisivi attraverso strumenti privi di attacchi di antenna, come ad esempio gli oramai diffusi computer, tablet e smartphone (anche se è necessaria l’esenzione per evitare di pagare come vedremo tra poco).
Quanto costa?
Arriviamo al nocciolo della questione: il Canone Rai è obbligatorio per una larga fetta dei cittadini italiani e costa attualmente 90 euro annui, prezzo che sembra al rialzo rispetto allo scorso anno ma c’è da definire in realtà che nel 2024 è stata porta a termine una sorta di operazione di “sconto” di 20 euro, escusivamente però nei passati 12 mesi.
Il regolamento generale che determina il Canone televisivo infatti non è stato modificato ma è stato ordinato per l’appunto una sorta di decurtazione dell’importo che però non è stato di fatto confermato per l’anno attuale, che rimane sulla formula concepita dal 2016, come evidenziato dall’allora governo Renzi, che ha modificato l’ordinamento precedente.
Questo ha portato il Canone a ridursi da poco più di 110 euro, e costituito in un’unica forma di pagamento, ad una di stampo rateizzato ed applicato alla bolletta della luce, condizione che ancora oggi è quella “basilarmente” attiva. Nonostante il poco successo tra i cittadini, questa formula viene considerata la più efficace, anche se il Canone Rai resta tra le tariffe obbligatorie più evase.
Il futuro del Canone Rai
E’ difficile fare previsioni nel lungo periodo ma anche in quello breve: l’imposta infatti è fondamentale per la configurazione del servizio pubblico che fa ricorso ad un sistema che in parte, riesce ad auto alimentarsi. Considerando i 90 euro anni, da questa tassazione circa 14 euro sono “prelevati” dallo stesso stato.
Come detto è complesso definire il futuro del Canone Rai che è rimasto attivo da oltre mezzo secolo, pur avendo visto una forma di efficacia mai così elevata come negli ultimi anni. L’attuale formulazione infatti è come detto la più efficace anche se comunque poco meno della metà dei citttadini italiani la paga con regolarità.
E’ possibile una nuova formulazione futura della tassa televisiva, orientata ad essere calcolata in modo meno invasivo ad esempio associata alle imposte oppure in base al consumo. Per ora però si tratta di idee, mai applicate concretamente anche perchè si tratta di una imposta sia importante quanto mal digerita, e nuovi cambiamenti possono avere un impatto ancora più negativo.
Come non pagare
E’ una imposta obbligatoria, quindi il termine “canone” è fuorviante: possiamo evitare di pagare ottenendo l’esenzione se facciamo parte di alcune categorie distinte, ad esempio se il proprietario ha almeno 75 anni compiuti e presenta un reddito complessivo di al massimo 8000 euro (rientra nel conteggio anche il / la consorte ma non colf e badanti vari).
Anche chi non possiede nessun apparecchio televisivo può chiedere l’esenzione al 100% applicata ed efficace solo per un anno, la richiesta va ripresentata entro la fine del nuovo anno per essere efficace per altri 12 mesi. Possiamo effettuarla recandoci presso un Caf / Patronato oppure scaricare e stampare la richiesta dal portale dell’Agenzia delle Entrate.