31 luglio 2020
Come si calcola la pensione?
La guida per approfondire il sistema previdenziale
Quanto percepirò di pensione?
Quanti anni di contributi servono per la pensione?
E ancora… Come viene calcolata la pensione?
Quando iniziamo a pensare come tutelare e pianificare il nostro futuro finanziario, queste domande non possono non risuonare nella nostra testa.
La riduzione della popolazione che lavora e l’allungamento della vita media, infatti, hanno reso il nostro sistema pensionistico praticamente insostenibile. Proviamo a capire il perché partendo da questo grafico che mostra la piramide demografica della popolazione nell’Italia del dopoguerra.
Dal grafico si nota che:
- la popolazione in età da pensione (55/60-80 anni) era del 14,5%. Le pensioni, a causa dell’inflazione della guerra, erano ridicole e si basavano sul sistema retributivo;
- la popolazione attiva (15/55-60 anni) era il 58,6% ed era una popolazione giovane con età media di circa 30 anni;
- la popolazione giovane (0-15 anni) rappresentava il 26,7%.
Poi è arrivato il boom economico degli anno ‘50 e ‘60. Il 1964, in particolare, ha fatto registrare il record con 1 milione di nascite in un solo anno (per capire la portata di questo dato basti pensare che nel 2019 sono state 419.000). La generazione “baby boomer”, come è stata definita, porterà a un picco massimo dei pensionati tra il 2030 e il 2040.
Da quel boom economico, poi, la situazione è radicalmente mutata:
- c’è stato un crollo delle nascite e un aumento dell’età di vita che ha generato una situazione di forte squilibrio: non si fanno abbastanza figli e si sopravvive sino ad età fino a ieri impensabili
- il tasso di fecondità è sceso ben sotto la linea di equilibrio (la popolazione si mantiene in equilibrio quando il tasso di fecondità è di 2,1 – almeno 2 figli per donna. Quello attuale è 1,3)
- è cresciuta l’età media della popolazione
- è calato il numero dei residenti (si stima che saranno 6 milioni in meno nei prossimi 20 anni)
Quali sono le previsioni?
Per far fronte agli squilibri che si venivano creando, dal ‘92 ad oggi lo Stato ha predisposto una serie di riforme pensionistiche che ha portato dal sistema retributivo a quello contributivo con una graduale e costante riduzione delle prestazioni pensionistiche.
Calcolo età pensionabile: come si calcola la pensione di vecchiaia?
Decorrenza | Lavoratori (e lavoratrici del settore pubblico) | Lavoratrici dipendenti | Lavoratrici autonome |
01/01/2018 | 66 anni e 7 mesi | 66 anni e 7 mesi | 66 anni e 7 mesi |
01/01/2019 | 66 anni e 11 mesi | 66 anni e 11 mesi | 66 anni e 11 mesi |
01/01/2021 | 67 anni e 2 mesi | 67 anni e 2 mesi | 67 anni e 2 mesi |
Come si calcola la pensione anticipata
Inizio attività lavorativa prima del 31/12/1995
Decorrenza | Anzianità contributiva* LAVORATORI | Anzianità contributiva* LAVORATRICI |
01/01/2016 | 42 anni e 10 mesi | 41 anni e 10 mesi |
01/01/2019 | 43 anni e 2 mesi | 42 anni e 2 mesi |
01/01/2021 | 43 anni e 5 mesi | 42 anni e 5 mesi |
* con età minima 62 anni, salvo penalizzazioni sulla quota retributiva
Inizio attività lavorativa dal 01/01/1996
Decorrenza | Età |
01/01/2016 | 63 anni e 7 mesi |
01/01/2019 | 63 anni e 11 mesi |
01/01/2021 | 64 anni e 2 mesi |
I lavoratori che hanno iniziato a contribuire dal 1° gennaio 1996 hanno diritto alla pensione anticipata al compimento del requisito anagrafico indicato in tabella se:
- in possesso di un’anzianità contributiva minima di 20 anni
- la pensione risulti almeno almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale
Come si calcola la pensione contributiva?
Nell’attuale sistema contributivo il lavoratore versa un’aliquota calcolata sulla propria retribuzione pari a:
- 33% stipendio per i dipendenti
- 24% del reddito per gli autonomi
- 14% per i liberi professionisti
Nello specifico i fattori determinanti per il calcolo della pensione con il sistema contributivo sono:
- l’ammontare dei contributi versati;
- l’età raggiunta al momento del pensionamento;
- il PIL, ovvero la crescita della ricchezza del Paese.
Per capire come si calcola l’importo della pensione bisogna quindi considerare la somma dei contributi accumulati e rivalutati durante la vita lavorativa. Tale somma forma il montante contributivo.
CONTRIBUTI + RIVALUTAZIONE* = MONTANTE PREVIDENZIALE
* la rivalutazione è data dalla crescita media del PIL nei 5 anni precedenti
Il montante viene poi convertito in pensione utilizzando coefficienti di trasformazione che variano in relazione all’età del lavoratore al momento del pensionamento (più elevata è l’età, più alta sarà la pensione) e cheviene aggiornato ogni anno in base all’aspettativa di vita (più aumenta la vita media più diminuisce il coefficiente)
MONTANTE x COEFFICIENTE TRASFORMAZIONE = PENSIONE LORDA
Calcolare la pensione con il sistema misto: come funziona?
Nell’applicazione del sistema di calcolo della pensione sopra descritto possiamo distinguere 3 diverse casistiche, così definite dall’INPS:
- A coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1°gennaio 1996 viene applicato il cosiddetto “contributivo puro”, calcolando la pensione interamente con il sistema contributivo.
- Ai lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni, viene applicato il sistema misto pro-rata, calcolando con il sistema retributivo la quota di pensione maturata fino al 31 dicembre 1995 e con il sistema contributivo quella maturata dal 1°gennaio 1996.
- Infine, anche ai lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano maturato almeno 18 anni di contributi, che prima della Riforma rientravano nel sistema di calcolo retributivo, viene ora applicato il sistema misto pro-rata. Ovvero, la pensione viene calcolata con il sistema retributivo per la quota di pensione maturata fino al 31 dicembre 2011, mentre viene quantificata con il sistema contributivo per quella maturata a partire dal 1°gennaio 2012.
(Fonte: www.inps.it)
Pensione retributiva VS pensione contributiva: il GAP previdenziale
Il calcolo della pensione, quindi, è definito in base ai contributi reali versati secondo il principio “più versi, più avrai”. In una logica di questo tipo, ovviamente, molto dipende dalla storia contributiva di ciascun lavoratore, dove influiranno parecchio anche le interruzioni del lavoro (buchi contributivi dovuti a discontinuità di carriera o maternità, aumento tasso di disoccupazione ecc…).
Si crea quindi un gap previdenziale, che possiamo definire come la differenza tra la prima rata di rendita di pensione e l’ultimo stipendio da lavoratore. Ovviamente maggiore sarà questo gap, tanto minore sarà il tenore di vita da pensionati rispetto a quello tenuto durante la fase attiva lavorativa.
Quanto sarà la mia pensione? Pianificalo tu!
Come è possibile colmare questo GAP?
Abbiamo due alleati importanti su cui poter contare:
- il tempo
- il mercato
Con un orizzonte temporale a lungo termine la volatilità dei mercati nel breve periodo viene superata. Statisticamente, infatti, il mercato azionario ha un rendimento a lungo termine molto elevato. Saranno quindi proprio il tempo e i mercati a costruire la tua pensione.
Come si deduce da quanto mostrato in questi grafici, il tempo è sicuramente l’alleato più prezioso su cui possiamo contare. Per rendere ancora più evidente la sua importanza osserviamo il seguente schema che mostra l’esempio di un piano di investimento pluriennale ipotizzando un versamento annuo di 1.200€ con interesse annuo composto del 4%.
Calcolare la pensione? NO, costruirla!
Per costruire la tua pensione hai tre opportunità importanti che, se usate insieme, ti aiuteranno a pianificare in maniera più puntuale il tuo futuro finanziario:
- pensione pubblica
- TFR: è il trattamento di fine rapporto che corrisponde a circa una mensilità all’anno. I dipendenti hanno la possibilità di scegliere se lasciarlo in azienda o destinarlo a forme di previdenza complementare
- fondi pensione: nascono con l’obiettivo di ridurre il GAP e sono struemnti creati appositamente per poter ricevere tutte le forme di finanziamento previste dalla normativa sui primi due punti citati.
Del primo punto abbiamo già parlato, al TFR e ai fondi pensione dedicheremo una guida apposita. Continua a seguirci!