28 settembre 2020
Come funziona l’eredità e perché è importante la pianificazione successoria
L’8% degli italiani over 55: ecco la percentuale di coloro che, in Italia, scelgono il testamento per organizzazione la successione dei propri beni. Una percentuale veramente irrisoria se si pensa che negli Stati Uniti questa pratica è usata dal 50% della popolazione over 55 e in Gran Bretagna si arriva addirittura all’80%.
L’eredità con testamento, in realtà, può prevenire molti problemi e conflitti che si possono verificare in sede di divisione del patrimonio. È quindi uno strumento molto utile ed efficace per una suddivisione ragionata dei propri beni, in mancanza del quale sarà la legge a stabilire come procedere.
L’importanza della successione testamentaria è ancora più evidente se riflettiamo sui cambiamenti che hanno interessato la nostra società negli ultimi decenni:
- famiglie allargate che presentano una platea di eredi più grande e complessa da gestire
- famiglie atipiche come genitori single, figli di primo e di secondo letto, convivenze successive a divorzi ecc…
- allungamento della vita media che spesso genera situazioni in cui gli eredi, al momento della successione, sono anch’essi ad un passo dalla pensione
- dinamicità dei patrimoni che non sono più costituiti da “terra+casa”, ma prevedono molti asset liquidi e differenziati
La pianificazione successoria è fondamentale per organizzare al meglio il “passaggio di ricchezze”; permette infatti di valorizzare il patrimonio accumulato enello stesso tempo garantirgli il giusto proseguo.
Ma come si divide l’eredità? Cosa stabilisce la legge in merito? E come quali sono i rischi con cui deve confrontarsi la successione ereditaria? Scopriamolo insieme.
Come viene divisa l’eredità? Successioni tra vivi e successioni mortis causa
La successione indica il subentrare di un soggetto ad un altro nella titolarità di beni o diritti.
Può essere di due differenti tipologie:
- successione tra vivi: quando avviene tra soggetti ancora in vita
- successione mortis causa che si origina a seguito di un lutto
Successione tra vivi: le donazioni e i patti di famiglia
Sono due gli strumenti che possono essere utilizzati per avviare una successione ereditaria tra persone viventi:
- donazioni: è un contratto con il quale un soggetto arricchisce un altro donandogli un bene mobile o immobile a titolo gratuito, cioè senza chiedere niente in cambio
- patti di famiglia: contratti con cui l’imprenditore sceglie di trasferire gratuitamente l’azienda o le quote societarie a figli e/o nipoti. In questo modo si anticipa la successione dell’imprenditore e si favorisce il passaggio generazionale.
Successione in caso di morte di un genitore o congiunto (mortis causa)
Quando avviene un decesso in famiglia, è necessario che una persona vivente subentri nella titolarità della situazione giuridico-patrimoniale del defunto. È il caso della successione mortis causa che, in base all’oggetto del trasferimento, si distingue in:
- successione a titolo universale: quando l’avente causa subentra nella gestione di tutti i rapporti propri del defunto
- successione a titolo particolare: quando l’avente causa subentra nella titolarità di un singolo diritto.
A seconda della presenza o meno del testamento, poi, si parla di:
- successione testamentaria, se ESISTE un testamento
Questa opzione si ha per libera scelta del soggetto che sceglie di assegnare o destinare il proprio patrimonio mediante la redazione di un testamento. Il legislatore, quindi, darà preminenza assoluta alla volontà espressa dal defunto.
- Successione legittima, se NON è presente un testamento
La legge ereditaria stabilisce che, in mancanza di volontà espressa dal testatore, i possibili successori devono essere individuati nell’ambito dei familiari più vicini al defunto, secondo precise regole di vincoli parentali.
Eredità legittima
Anche se il defunto ha scelto di organizzare la propria successione tramite un testamento, esiste sempre un limite stabilito dalla normativa sull’eredità.
La legge, infatti, stabilisce che, pur facendo testamento, un minimo del patrimonio lasciato dal defunto debba andare a beneficio di alcuni soggetti a lui legati da vincoli parentali (ex. figli, coniuge e in mancanza di figli anche i genitori).
Se però il testatore ha disposto in testamento più di quanto gli sia consentito dalla legge, andando così a diminuire la quota garantita ai soggetti a lui più vicini, questi possono ricorrere al giudice per richieste la parte loro spettante.
La pianificazione successoria e i rischi patrimoniali
RISCHI PATRIMONIALI | |
Rischio eredi | Sono i rischi legati alla possibilità che coloro che sono chiamati a succedere nella gestione del patrimonio creino apprensioni o scontri all’interno della famiglia, pregiudicando l’integrità del patrimonio. |
Rischio cambiamento normativa | Rispetto ad altri paesi europei, l’Italia ha ancora una pressione fiscale sulla successione ereditaria molto più conveniente. Ecco perché in molti temono una possibile revisione del carico fiscale o dell’imponibile. |
Rischi legati al passaggio generazionale | Possono essere: • procrastinazione continua da parte dell’imprenditore • inadeguatezza degli ereditari • incapacità di scegliere il successore • commistione patrimoniale tra azienda e patrimonio personale |
Rischio elusione fiscale | Insieme agli attivi si trasferiscono anche i passivi |
Rischio lesione legittima | Avviene quando il disponente opta per una divisione non equa del suo patrimonio tra i legittimi eredi |
Rischio aggressioni dei creditori | È importante tenere in considerazione eventuali debiti residui al momento del decesso |
Rischio longevità | Con l’aumentare dell’età aumentano anche le probabilità di aver bisogno di maggiori risorse per se stesso o il coniuge. |
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Fonte articolo: Forfinance