Come bagnare le orchidee: il metodo innovativo del giardiniere

Le orchidee sono fiori meravigliosi. Presenti in natura in un grande numero di varietà, sono spesso scelte, per via della loro estetica, come soluzioni per fare un regalo elegante. Nel momento in cui, però, non si è abituati a prendersene cura e si comincia da zero, sono tanti gli aspetti su cui soffermarsi.

Se stai leggendo queste righe significa che, molto probabilmente, ti interessa scoprire come bagnarle. Magari te ne hanno donata una ed è la prima volta che hai a che fare con questi stupendi fiori. No problem: la guida di queste righe, è stata creata proprio per aiutarti a vederci più chiaro in merito.

Certo, puoi consultare il tuo vivaista di fiducia, che ti darà ottimi consigli. Nel frattempo, perché non iniziare a documentarti già? Il mondo delle orchidee è ricco di fascino e partire dalle basi, ossia dai consigli su come gestire l’irrigazione, è un ottimo modo per cominciare a conoscerlo. Ti aspettiamo nelle prossime righe!

Il metodo dell’immersione

Quando si parla di metodi per innaffiare l’orchidea, un doveroso cenno va dedicato a quello dell’immersione. Si tratta di un espediente molto semplice che si basa sul fatto di immergere il vaso con la pianta in una bacinella preventivamente riempita con dell’acqua. Quest’ultima, deve arrivare circa a 3/4 del vaso.

Si lascia in ammollo per un’ora, senza fare nulla. Sì, hai capito benissimo: non devi bagnare né le foglie, né il colletto del fiore. Il rischio, così facendo, è quello di avere a che fare con la fastidiosa ed evitabile evenienza del marciume. Attenzione: anche la temperatura dell’acqua è importante. Essenziale è che sia a temperatura ambiente.

Molto spesso, chi non ha molta dimestichezza con le orchidee commette il grave errore di gestire il metodo a immersione ricorrendo all’acqua calda. Si tratta di un errore potenzialmente fatale per la propria amata pianta. Alla luce di ciò, è sempre meglio controllare prima di procedere concretamente con l’immersione del vaso nella bacinella.

Gli step successivi

Come già accennato, il tempo ideale quando si parla di metodo a immersione per l’irrigazione dell’orchidea è di un’ora, anche un’ora e mezzo di ammollo. Quando questo intervallo di tempo è trascorso, arriva il momento di sollevare il vaso. Se ci si accorge che è particolarmente pesante e che la corteccia di pino che caratterizza sempre il terriccio è bella umida, vuol dire che è possibile rimettere il vaso nel sottovaso e che il processo di irrigazione è andato a buon fine.

Nel momento in cui si tira fuori il vaso dalla bacinella dopo l’ammollo, è importantissimo dedicare qualche secondo a scolarlo nella maniera più accurata possibile. Si tratta di uno step di assoluta rilevanza: il poco auspicabile rischio, in caso contrario, è quello di avere a che fare con il problema dei ristagni idrici, cause frequenti di marciume radicale e, di riflesso, potenzialmente fatali per la pianta.

Questo metodo ha diversi aspetti positivi. Da un lato, permette di risparmiare acqua. Dall’altro, invece, rappresenta un’ottima soluzione nei casi in cui la propria orchidea ha la necessità di essere gestita con uno specifico approccio all’insegna dell’integrazione. In questo caso il concime liquido, che si può sciogliere nell’acqua della bacinella, è un’ottima idea.

Si possono annaffiare le orchidee con l’acqua corrente?

Oltre al metodo per immersione – che presenta come oggettivo contro il fatto di rischiare di vedere il substrato assorbire una quantità eccessiva di acqua nel momento in cui è vecchio – esistono anche altre strade da considerare per annaffiare le proprie orchidee? Assolutamente sì! Questi fiori, infatti, si possono irrigare senza problemi ricorrendo al metodo dell’acqua corrente.

Chiaro è senza dubbio di cosa si tratta: parliamo della scelta di bagnare le orchidee versando direttamente acqua sul terriccio, da un annaffiatoio o utilizzando una bottiglia. Questo approccio ha due vantaggi su tutti. In questo caso, si permette all’acqua, scorrendo, di eliminare eventuali impurità presenti. Inoltre, a differenza di quanto accade con il metodo a immersione, non si rischia che il substrato non asciughi.

Il consiglio, però, è di applicarlo con buonsenso. Le orchidee sono estremamente sensibili agli sbalzi di temperatura e quella dell’acqua del rubinetto potrebbe essere troppo fredda (più rara, invece, è l’evenienza dell’eccessivo calore). Inoltre, capita di frequente che l’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case sia stata trattata con il cloro.

Si può usare lo spruzzino per bagnare le orchidee?

Sì, lo spruzzino per bagnare le orchidee si può utilizzare. Chi apprezza questo metodo, lo tiene in cima alla lista delle preferenze per ragioni che vanno dalla rapidità al minor rischio di avere a che fare con il problema, oggettivamente molto grave e potenzialmente fatale per la pianta, dei ristagni idrici.

Si tratta, però, di un metodo altrettanto rischioso. Fra le problematiche che possono insorgere rientra il rischio, frutto della scarsa precisione del getto, di intaccare la zona dell’ascella della foglia, ossia quella dove quest’ultima si attacca al fusto. In questi casi, la previsione ottimistica è quella di perdere solo la foglia, un vero peccato perché quelle dell’orchidea sono super scenografici (nel peggiore dei casi, si dice addio a tutta la pianta).

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